Hawk eye: il tennis a 360 gradi (Prima Parte). Bei segnali di risveglio da Potito Starace
Questa settimana ci occupiamo solamente dei challenger disputati con l’aggiunta di uno spotlight nella seconda parte di domani. Concluderemo questa stagione con due speciali, uno su Londra e uno su Andria. Un grazie a tutti quelli che ci seguono e che continueranno a seguirci nelle prossime settimane.
La corsa di Potito Starace a Casablanca si ferma in finale dinanzi ad un muro austriaco, duro quanto la roccia. Dominic Thiem è il nome di un tennista che presto impareremo a conoscere ed apprezzare in palcoscenici ancora più importanti di quelli oggi calcati. Non ci sono dubbi: il ventenne austriaco è una macchina da tennis.
Gioca con la sicurezza del veterano e la solidità di chi il tennis lo ha compreso in tante delle sue sfaccettature. Possiede inoltre il temperamento del vincente. Vesely, prima di lui, e oggi Thiem paiono essere i giovani più maturi dell’annata ’93, e i risultati confermano che sono proprio loro i tennisti che entro breve tempo accederanno a classifiche e livelli di tutto rispetto.
Dominic Thiem vince il suo secondo challenger, il primo a Kenitra due mesi fa sempre in Marocco, e conferma i segnali di una veloce ascesa. La sicurezza è dimostrata dal percorso: 4 vittorie in due set, con controllo totale delle partite, e una vittoria in tre set contro Lamine Ouahab, ostico frequentatore dei challenger maghrebini.
Non deve ingannare la finale di sabato: Thiem vince il primo set 6-2 e con grande tranquillità chiude la partita nel momento in cui l’esperienza di Starace poteva rivoltare la direzione impressa. Nel primo set l’austriaco non concede palle break, nel secondo annulla le due uniche del match, che coincidono con due palle set, sul 4-5, 15-40. Nel gioco successivo sfrutta la palla break sul 5-5, per poi chiudere sul suo turno di servizio. Sono dettagli che nascondono grande personalità e forte presenza in campo.
Starace gioca bene per tutto il torneo, estromette in due derby Di Mauro e Cipolla, contro Melzer è aiutato dal ritiro dell’austriaco sul 2-1 del terzo, ma in finale la sensazione è che ci voglia il miglior Starace, quello integro dei tempi in cui l’età anagrafica non era un fattore limitante.
CHALLENGER CASABLANCA – Terra – euro 30.000H – SEMIFINALIE FINALE
(3)Thiem b Krajinovic 6-2 6-1
(4)Starace b Melzer(6) 6-7 6-2 2-1 rit.
(3)Thiem b Starace(4) 6-2 7-5
L’epilogo del torneo di Seoul è un’occasione mancata. Dusan Lajovic ha vinto il titolo dal letto del suo albergo, causa ritiro del tedesco Julian Reister. Peccato perché la finale era particolarmente intrigante per il livello di gioco mostrato dai due tennisti in semifinale: Dusan Lajovic giocava un tennis solido e regolare contro il nipponico Yuichi Sugita imponendosi in due set, mentre Reister dava spettacolo dalla metà del secondo set contro lo sloveno Blaz Kavcic. Annotiamo che i match sono stati disputati nella serata, per il ritardo dovuto alla pioggia.
A impressionare è proprio Reister, tennista conosciuto per la sua predilezione alla terra, eppure in grado di giocare molto bene sul cemento all’aperto. Alcuni trascorsi del tennista tedesco sottolineano le capacità di adattamento sulle superfici dure. La semifinale contro Kavcic è stata devastante. Dopo un primo set da spettatore non pagante, perso 6-0, presumibilmente a disagio per l’ora e per l’umidità, Julian iniziava il set ancora contratto. Il break subito, pareva essere la spia di un veloce rientro negli spogliatoi. Invece il match girava, dritti di una precisione millimetrica, la grande capacità di muovere l’avversario, l’abilità di provocare i consueti passaggi a vuoto dello sloveno, la durezza temperamentale creavano le condizioni per un parziale di 9 giochi a 1, con vittoria della partita. Ribadiamo, più per merito suo che per demerito dell’avversario.
Blaz Kavcic in questo periodo si conferma poco affidabile, i momenti di buio nei match sono sempre più frequenti e puntuali. Tuttavia questa volta è sovrastato dai fondamentali di Reister che non gli permettono di avere il controllo del centro del campo. Arrivano così tanti passanti e tanti vincenti, distribuiti equamente tra dritti e rovesci, oltre alla sensazione della facilità dei gesti e alla naturalezza dei colpi.
Dusan Lajovic impiega due set per piegare il giapponese Sugita. Anche lui gioca con estrema concentrazione, trovando le soluzioni ad aprire il campo, specialmente con il rovescio profondo e rapido. Sugita non da mai la sensazione di essere un pericolo nella fresca serata di Seoul. Soccombe impallinato dal tennis ispirato del serbo.
Si pregustava una finale accesa, con due tennisti dal rovescio monomane, che per i problemi di Reister non è stato possibile ammirare: il precedente, la finale di Blois 2013, fu un match tiratissimo, che si concluse in tre set con tiebreak nel secondo e nell’ultimo parziale.
Lajovic continua la sua crescita, affermandosi per la terza volta in carriera, seconda nell’anno, dopo Caltanissetta.
CHALLENGER SEOUL – Cemento (Decoturf) – $50.000 – SEMIFINALI E FINALE
(5)Lajovic b Sugita(6) 6-2 7-5
(2)Reister b Kavcic(3) 0-6 6-3 6-1
(5)Lajovic b Reister(2) w/o
Il torneo di Ginevra si presentava alla vigilia con un entry list di tutto rispetto: al via dovevano esserci ben 4 top 100 (Kukushkin, Donskoy, Gabashvili, Huta Galung) e altri giocatori come Klizan (ex top 30) e Golubev che potevano dire la loro. I favori del pronostico erano tutti concentrati nelle mani di questi giocatori e difficilmente si pensava che qualcun altro potesse impensierirli. E invece a imporsi è stato un outsider come Malek Jaziri, classe 1984, numero 215 del mondo (ma con un best ranking al numero 69): il giocatore tunisino ha saputo approfittare del forfait della testa di serie n.1 Kukushkin, che si trovava nel suo stesso spot, e delle uscite premature degli altri favoriti del torneo (solo Golubev e Klizan sono arrivati ai quarti di finale). Il trionfo di Jaziri può sembrare inaspettato considerando i deludenti risultati da lui ottenuti quest’anno (solo una semifinale challenger), ma in questa settimana è riuscito a ritrovare ciò per cui è entrato nei top 70. A fare impressione è soprattutto il grande rendimento al servizio, soprattutto nei momenti delicati: solo 3 turni di servizio persi in tutto il torneo a fronte di ben 17 palle break concesse.
Nel suo cammino verso la vittoria Jaziri ha battuto facilmente Kravchuk al primo turno, poi vittorie contro Andrej Martin, Golubev e Chiudinelli, prima di sconfiggere in finale la testa di serie n. 7 Struff, l’unica ad arrivare almeno in semifinale. Sicuramente l’incontro più emozionante è stato la semifinale giocata contro l’idolo di casa Marco Chiudinelli: tre set tiratissimi, in cui si è sempre andati al long-set (il set viene portato a casa vincendo 7 giochi). Perso il primo set per 7 giochi a 5, Jaziri si imponeva al tiebreak del secondo set e poi nel terzo riusciva a ottenere il break sullo svizzero quando stava servendo sul 6 a 5 per rimanere nel match. In finale,nonostante le quasi 3 ore di gioco del giorno prima, Jaziri si imponeva per 2 set a 0 su un più riposato Struff, che aveva faticato poco in semifinale contro il rumeno Copil, ottenendo un break per set e vanificando tutte i tentativi del suo avversario di rientrare in partita.
Una menzione particolare va per il giovane russo Khachanov, classe 1996, che conferma i grandi risultati ottenuti nelle settimane scorse arrivando ai quarti di finale, e per il nostro Matteo Donati, 1995, capace di superare le quali e poi lottare per due set contro il numero 124 del mondo Martin, prima di cedere per 61 al terzo.
CHALLENGER GINEVRA – Cemento Indoor – 64000 euro – SEMIFINALI E FINALE
Jaziri b. Chiudinelli 57 76(1) 75
[7] Struff b. Copil 64 61
Jaziri b. Struff[7] 64 63
Alessandro C.
Daniele Sforza
Emanuele Testoni
TAG: Hawk Eye, Potito Starace, Starace
2 commenti
Può tornare nei 100…..ma più in alto non credo…..
Ce lo auguriamo tutti ma devo dire che ha trovato anche in tabellone molto buono….siamo giusti chi ha battuto…..dai…..pero’ ripeto auguriamoci che la finale di Casablanca gli dia la spinta per scalare la classifica…