Hawk eye – il tennis a 360 gradi: Intervista a Margarita Gasparyan (convocata per la finale di Fed Cup) che dichiara “Penso che il doping sia un fenomeno reale, nei tornei Itf raramente ci sono controlli” – Spotlight su Pablo Cuevas

01/11/2013 09:56 4 commenti
Margarita Gasparyan classe 1994, n.315 ATP
Margarita Gasparyan classe 1994, n.315 ATP

Abbiamo intervistato la giovane russa Margarita Gasparyan, impegnata questa settimana con Panova, Kleybanova e Kromacheva nella competizione a squadre della Fed Cup.

Prima di tutto perchè hai iniziato a giocare a tennis? Cosa ti piace fare nel tempo libero? Quali sono i tuoi hobby?
“Vivo a Mosca e mio padre mi ha portato a giocare a tennis quando avevo 5 anni. Mi piace danzare, leggere libri, uscire con gli amici e ovviamente fare shopping. Uno dei miei hobby, oltre la danza, è la fotografia.”



Possiamo iniziare a parlare di tennis, descrivi il tuo modo di giocare. Sei una giocatrice difensiva? Qual è il tuo colpo migliore?
“Gioco in maniera molto aggressiva e la difesa è l’aspetto che devo migliorare sicuramente.”



Hai un allenatore? In cosa ti sta aiutando? Cosa pensi di dover migliorare?
“Per il momento non ho un coach personale ma mi sta aiutando la Makarova(non la tennista ora in attività). Penso di dover migliorare in tutto..”



Cosa pensi della situazione creatasi in questa finale di Fed Cup? Cosa pensi circa il comportamento delle tue compagne che hanno rifiutato la convocazione?
“Sono tutte ottime giocatrici e di certo non posso dire niente circa il loro comportamento, è stata una loro scelta.”



Come ti senti per questa convocazione?
“Sono molto soddisfatta e felice per questo invito, è una grande chance per mostrarmi agli altri.”



Per te è la prima volta in Italia?
“No, sono stata in Italia diverse volte e mi sono sempre divertita. È una nazione molto bella e di conseguenza sarò felice di tornarci in questa settimana.”



Chi sono i tuoi idoli?
“Sicuramente Roger Federer, Serena Williams e mi piace anche Maria Sharapova.”



Come mai hai scelto questi nomi?
“Perché tutti giocano un tennis aggressivo e Roger e Serena sono tennisti fantastici.”



Chi è l’avversario più difficile che tu abbia incontrato in un torneo Itf?
“Ce ne sono tanti, forse Hiroko Kuwata con cui ho perso alle Universiadi, tenutesi a Kazan quest’anno.”



Qual è il più bel ricordo in un torneo di tennis?
“Sicuramente il Campionato mondiale e europeo a livello Junior.”



Come mai hai scelto questi tornei?
“Perché c’è un atmosfera differente e amo giocare tornei con la squadra della mia nazione.”



La stagione corrente volge al termine, cosa pensi di questa stagione? Quali sono i tuoi obiettivi per il 2014?
“Non sono felice per questa stagione perché all’inizio ho avuto diversi infortuni(gomito)… Il mio obiettivo è quello di entrare nelle qualificazioni di uno Slam.”



Cosa pensi a riguardo del doping nel tennis? Ci sono controlli antidoping nei tornei?
“Penso che sia un fenomeno reale, nei tornei Itf raramente ci sono controlli…”



Per quanto riguarda i montepremi dei tornei, pensi si debbano incrementare?
“Penso che ogni giocatrice voglia che i premi siano maggiori..”



Ma è difficile continuare a giocare a tennis con questi montepremi? Pensi sia necessario un incremento?
“Ovviamente, è necessario un incremento per i tornei minori soprattutto.”



Grazie per la disponibilità e in bocca al lupo per la Fed Cup.
“Grazie a te.”



Spotlight su Pablo Cuevas

Pablo Cuevas è un atleta pienamente recuperato al tennis. La vittoria nel challenger di Buenos Aires ha certificato la totale competitività dell’uruguaiano. Il calvario di Pablo è stato lungo due anni: un brutto infortunio al ginocchio destro, che ha necessitato di due operazioni, lo aveva tenuto lontano dall’attività per 22 mesi, con una incertezza assoluta sull’effettivo rientro.
I tormenti fisici di Cuevas esplosero nel giugno del 2011. Durante il primo turno del Roland Garros; vinto il primo set contro Veic, si rende conto che qualcosa comincia a non andare come dovrebbe. Altri due set gli bastano per capire che nella articolazione del suo ginocchio molte cose stanno peggiorando.

Si ritira al quarto set. Sono problemi conosciuti: un edema al ginocchio che dall’anno precedente (Wimbledon 2010) gli provoca dolori, che non gli consentono di lavorare e allenarsi serenamente. Il trattamento però questa volta non gli lenisce l’infiammazione. Cominciano le voci di rientro, prima a luglio, poi ad agosto, a settembre, fino a quando Cuevas è costretto ad ammettere che i tempi di recupero non sono certi.
Cuevas, fino al Roland Garros del 2011, stava ottenendo i suoi migliori risultati: al n. 52 del ranking si accingeva a ritoccare il suo best ranking del 2009 al n. 45. Le semifinali a Estoril, persa contro Del Potro, e sulla terra marrone, leggermente più rapida, di Houston, stavano convincendo circa le sue possibilità di ascesa. L’infortunio lo blocca. Nel 2012 non gioca partite ufficiali, fino a quando nell’esibizione di Punta del Este del 3 gennaio 2013, contro l’amico Gaston Gaudio, le sue parole confortano sulla situazione fisica, lasciando immaginare un prossimo rientro. Durante la convalescenza, Pablo ha apprezzato il piacere delle piccole cose, un po’ per attaccarsi alla speranza di un rientro nel circuito, un po’ per prendere contatto con un’organizzazione della sua vita, che con il tennis agonistico avrebbe potuto chiudersi. Ma di date e di tornei in cui programmare il rientro non parla. Continua ad assaporare le ottime sensazioni che il lavoro e i test gli danno; ogni volta sono migliori della precedente e che vanno oltre le sue aspettative. Il silenzio su quando ufficialmente sarà iscritto in un main draw diventa anche una lotta contro la superstizione.
Il rientro arriva finalmente in Brasile, nel torneo di Santos, ad aprile, dove al primo turno batte Viola per poi perdere da Clezar. Il torneo successivo a Sao Paulo altri due turni superati e quarti persi contro Renzo Olivo. I 4 tornei successivi sono due Slam (Parigi e New York), il 250 di Kuala Lumpur e il 500 di Tokio. Al Roland Garros vince con Mannarino in 5 set ed è estromesso da Simon; in Malaysia batte Davydenko prima di uscire contro Joao Sousa. L’ultimo torneo giocato è cronaca dell’altra settimana: autorevole vittoria contro Bellucci in due set e cavalcata trionfante per il settimo trofeo challenger in carriera. Ma questo è lo sbriluccicante contorno: la sostanza è la fatica, il terrore di non rientrare e una volontà ferrea di riuscirci. Il gioco espresso è tornato quello di una volta; la mobilità anche, la forza dei colpi è pari al desiderio di mangiarsi il tempo perduto. Pablo Cuevas è pronto per rimisurarsi ad alti livelli.


Alessandro C.
Daniele Sforza


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4 commenti

Ara Kiri 03-11-2013 14:24

Ti auguro ogni bene Margarita !!!! 😉

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ernests 01-11-2013 12:57

Scritto da Radames
“penso che ogni giocatrice vogliano…” l’italiano, questo sconosciuto

ma come siamo pignoli! mica ha sbagliato un congiuntivo, si capisce che è un errore di distrazione 😉

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messi 01-11-2013 10:56

Scritto da Radames
“penso che ogni giocatrice vogliano…” l’italiano, questo sconosciuto

Errore mio 😉
Purtroppo gli errori di battitura capitano… 😉

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Radames 01-11-2013 10:51

“penso che ogni giocatrice vogliano…” l’italiano, questo sconosciuto

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