Hawk eye: il tennis a 360 gradi. Ripercorriamo i successi di Fabio Fognini e Thomas Fabbiano (Spotlight)
Non si ferma più Fabio Fognini. Dopo aver conquistato il suo primo titolo in carriera a Stoccarda la scorsa settimana, ha continuato ad inanellare successi in terra tedesca, aggiudicandosi il prestigioso ATP 500 di Amburgo. Ai nastri di partenza si presentavano molti tennisti di alto livello su terra battuta, a cui si aggiungeva la presenza di Roger Federer, che ha deciso dopo parecchi anni di non prendere una pausa dopo Wimbledon e di cercare feeling con la nuova racchetta in un torneo che aveva già più volte conquistato in passato (ndr. Allora era un torneo master 1000). Oltre alla nobile presenza del campione elvetico, destava grande curiosità il rendimento dei tennisti azzurri, tra cui in particolare Fognini che doveva dare continuità alla splendida settimana di Stoccarda. Fognini ha esordito sbarazzandosi piuttosto agevolmente dei tennisti spagnoli Ramos e Granollers, giocatori sempre difficili da affrontare, per poi concedersi la rivincita contro Tommy Haas, uno dei migliori giocatori in questa prima parte di stagione.
Come accaduto a Stoccarda, Fognini si è imposto con il punteggio di 6-2 6-4 ,ma la differenza che il campo ha evidenziato è stata decisamente più ampia con il tennista tedesco insolitamente nervoso e in cerca di qualche stravagante soluzione per uscire da un poco redditizio braccio di ferro da fondocampo. Nonostante tutto non sono mancati momenti di difficoltà soprattutto nel secondo set quando Fabio ha avuto un piccolo passaggio a vuoto, salvo poi riprendersi nei decisivi games del set. Nelle altre zone di tabellone le teste di serie sono uscite prematuramente, lasciando spazio al sorprendente qualificato argentino Delbonis, in grado di sopravvivere ad una lunga battaglia contro Verdasco ai quarti di finale, in cui il tennista iberico ha sprecato più volte situazioni di vantaggio nel punteggio e ha commesso errori molti gravi nei momenti chiave dell’incontro. Oltre all’argentino Delbonis e a Fognini, gli altri due semifinalisti del torneo sono stati due dei protagonisti più attesi della settimana: Federer e Almagro. Il campione elvetico ha destato nel corso del suo cammino numerose perplessità circa la sua scelta del cambio di racchetta, un attrezzo che gli consente una maggiore spinta da fondocampo ma che rende per lui più complesso il controllo delle traiettorie. Le opache prestazioni dei primi turni, nonostante un tabellone che non presentava grosse insidie, hanno trovato conferma nella semifinale in cui Federer si è arreso a Delbonis. Il gioco pesante e di pressione dell’argentino ha messo in difficoltà un eccessivamente falloso svizzero, il quale è stato piuttosto impreciso soprattutto in risposta e si è dovuto arrendere in due tiebreak. Con una vittoria prestigiosa ma in realtà non del tutto inaspettata ,visti gli incontri precedenti, il tennista argentino si è assicurato la prima finale della sua finora breve carriera.
Dall’altra parte di tabellone la semifinale tra Fognini e Almagro era una sorta di prova del nove per il tennista italiano che doveva misurarsi con uno dei più forti giocatori sul rosso per poter capire quanto effettivamente fosse diventato competitivo. Dopo una partenza molto favorevole, come spesso è accaduto nel corso delle ultime due settimane, il tennista azzurro ha di fatto mantenuto il break di vantaggio chiudendo il primo set per 6-4. Un set dal punteggio in realtà non molto veritiero, dato che Fognini ha avuto chances per prendere il largo e non ha di fatto quasi mai concesso opportunità ad Almagro. Anche il secondo set è stato nella parte iniziale un assolo del tennista azzurro che ha messo in mostra la non eccellente mobilità dello spagnolo dimostrando di saper gestire piuttosto agevolmente scambi a velocità molto sostenuta. Come accaduto nei match precedenti è arrivato puntuale il calo da parte di Fognini, evidenziato dalla reazione di Almagro che ha avanzato la sua posizione sul campo, ben approfittando di una percentuale piuttosto bassa di prime in campo dell’azzurro. Dopo aver brillantemente salvato decisive palle break, Fognini ha magistralmente imposto il suo gioco nel tiebreak continuando così la sua striscia vincente e mettendo in mostra grande maturità nella gestione della partita.
L’epilogo del torneo è stato senza dubbio a sorpresa, considerando i pronostici alla vigilia del torneo. Per entrambi i giocatori si trattava di una grande occasione per aggiudicarsi un torneo che annovera tra i suoi vincitori, campioni di diverse epoche.
Come accaduto nella finale di Stoccarda, Fognini è sembrato più nervoso del solito all’inizio del match, non ha sfruttato delle importanti occasioni e ha finito per cedere il servizio e il primo set sul 5-4 per l’argentino.
Dopo una timida reazione con un break in apertura di set, Fognini ha perso la calma, complici alcuni episodi sfortunati e un warning incassato per mano del supervisor ed ex arbitro Lars Graff per aver perso più tempo di quanto consentito per l’ennesima sostituzione di racchetta dopo aver rotto le corde. L’azzurro ha pagato a caro prezzo questa pausa nel suo gioco, subendo una striscia di quattro games consecutivi che ha compromesso quasi del tutto l’incontro. In vantaggio per 6-4 4-1 il giovane Delbonis, freddo nel corso di tutto il torneo, ha sentito la pressione e ha così permesso a Fognini di rientrare nel match. Questo episodio favorevole è bastato al tennista azzurro per rientrare anche dal punto di vista mentale in partita e riprendere a giocare con maggior pazienza da fondocampo. Il momento chiave della partita è stato il tiebreak, in cui l’argentino ha avuto ben tre match point, ma complice il classico “braccino” e un pizzico di sfortuna, non è riuscito a sfruttarli e ha così perso il set. Nel terzo ormai la partita era girata, la classe , l’esperienza e la maggior freschezza fisica di Fognini hanno fatto la differenza non permettendo allo stanco e abbattuto argentino di rimanere in partita, nonostante una reazione finale che ha reso meno severo il punteggio. La delusione finale dell’argentino fotografa a pieno l’incontro, una occasione persa ad un passo dalla gloria. Per il tennista azzurro, che ha ammesso a fine partita di essere stato fortunato nei momenti chiave dell’incontro, un successo davvero prestigioso che suggella due settimane da sogno e che gli regala la top 20, con la speranza che possa far tesoro di quanto accaduto in finale nella gestione di alcuni momenti difficili che spesso in passato non gli hanno consentito di vincere incontri alla sua portata.
Il momento di appannamento del tennista belga David Goffin pare aver avuto una schiarita nel clima secco dell’Anatolia Centrale, agli 800 m. scarsi di altitudine di Eskisheir. Il 2013 fino ad oggi non è stato un anno positivo per il giovane di Liegi. Il 42mo posto del ranking, di fine 2012, che faceva sperare in un miglioramento e in un salto di qualità, è un lontano ricordo. La ruzzolata in classifica è stata l’inevitabile conseguenza dell’assenza di risultati di rilievo nel 2013. Oggi, dalla 107ma posizione. le prospettive sono quelle dei challenger, per riguadagnare terreno e avere la possibilità di accedere nei main draws dei tornei 250 e degli Slam. Goffin lo sa, tanto che dalla scora settimana si è rimboccato le maniche e ha ripreso di buona lena a sporcarsi braccia e gambe con la polvere dei challenger.
Ha scelto la Turchia per la risalita, così che la settimana scorsa ad Istanbul ha provato a riemergere. Quarti di finale, come da pronostico, e sconfitta pesante con Menedez Maceiras in rimonta, che vince il TB del secondo set e il terzo set con uno stupefacente 6-0. Questa settimana la musica cambia.
In un tabellone orfano della tds nr.1, Dudi Sela, ritiratosi prima dell’esordio per i postumi dell’infortunio nella finale della scorsa settimana, Goffin, virtualmente tds nr.1, tiene fede al valore espresso dal seeding e vola in finale senza patire più di tanto. Gli abbordabili Klahn, Jakupovic, Beck (Karol) e Chiudinelli, non potevano rappresentare un problema per le ambizioni e la qualità di David. In finale trova il profeta in patria e redivivo Ilhan, che, dopo un passato non tanto lontano, intorno al n.100, aveva imboccato un periodo di scarsi risultati. Ilhan compie il prodigio in semifinale con Gabashvili, giocando un tennis molto continuo, parente prossimo del miglior tennis espresso tra il 2011 e il 2012.
La finale è tirata e si chiude in tre set. Goffin recupera il set di svantaggio con il 7-5 del secondo, dove rischia di giungere ad un pericoloso TB. Concede quasi tutte le palle break nel primo set, una sola palla break nel secondo, che annulla, poi serra con il chiavistello i turni di servizio, per andar liscio nel terzo. Goffin brinda al terzo torneo vinto in carriera, dopo i successi del 2012 di Le Gosier e Orleans.
CHALLENGER ESKISEHIR – (Cemento) – euro42,500
(6)Ilhan b Gabashvili(3) 64 67 63
(2)Goffin b Chiudinelli(5) 62 46 63
(2)Goffin b Ilhan(6) 46 75 62
Unico torneo della settimana sulla terra battuta si svolge in Polonia, nella città di Poznan. Tra i partecipanti troviamo due top 100 (Haider Maurer e Rufin) e diversi giovani tennisti in ascesa nell’ultimo periodo. Dei due giocatori già citati il primo è andato a conquistare il torneo, salvandosi contro Laaksonen e Dzumhur mentre il secondo è stato eliminato a sorpresa nel primo turno proprio dal bosniaco Dzumhur,sorpresa assoluta del torneo. Il bosniaco alla sesta finale stagionale (4 nei futures condite da 2 vittorie e 2 nei challenger,con due sconfitte) si conferma una delle sorprese di questo 2013, con un ranking che si avvicina sempre più ai top 200 del mondo, vicino anche al best ranking ottenuto lo scorso anno al numero 204. Haider Maurer, vincitore del torneo, dopo un inizio di stagione in difficoltà (diverse le sconfitte al primo turno), ottiene così il secondo successo stagionale, dopo quello di due settimane fa a Timisoara. Altra semifinale per il giovane spagnolo Carreno Busta che ha faticato più del previsto contro il giovane spagnolo Carballes Baena, sempre più presente nei tornei Challenger del 2013. Infine altro semifinalista del torneo,il francese Robert,giustiziere tra gli altri di Sousa.
Challenger Poznan- Terra-30.000$-Semifinali e Finale
Haider Maurer b. Carreno Busta 62 62
Dzumhur b. Robert 67 76 63
Haider maurer b. Dzumhur 46 61 75
Hawk eye: Spotlight
Thomas Fabbiano (San Giorgio Jonico, 26 maggio 1989)
Un mese fa, celebrando il terzo successo tricolore nel circuito Challenger, ottenuto da Volandri nell’Aspria Cup di Milano, avevamo espresso la preoccupazione che, al di là dei nostri esperti trentenni, una nuova leva di giovani tennisti faticava ad uscire. Certo il tennis è strano: in un mese ci troviamo un Fognini mostruoso, un Quinzi che vince Wimbledon Junior e che cresce a vista d’occhio nei challenger e soprattutto uno stuolo di giovani ragazzi che iniziano a convincerci che il movimento, poi, non è così messo male come sembrava. Tutto appunto in un mese….
In un luglio di grazia per il tennis italico emerge un fantastico Fabbiano, a cui siamo lieti di dedicare lo spot light per la bellissima settimana di Recanati.
In realtà sono tre settimane che Fabbiano gioca bene e progredisce: due semifinali per antipasto, poi il primo grosso colpo portato a segno, il trofeo di Recanati. Per sottolineare la crescita di Thomas scegliamo due momenti emblematici del suo torneo. Terzo set contro Caruso, dove a partita praticamente compromessa Fabbiano trova la forza per riequilibrare il match e chiuderlo, imponendo la sua forza atletica e la sua lucidità. Il secondo momento, nella semifinale contro il gigante Olivetti, ha la pazienza per aspettare l’occasione, una delle pochissime che il francese ha concesso, l’ultima di una partita che pareva avviata al TB del terzo set, e la forza per piazzare un break strepitoso sul 5-5. Poi mostra l’istinto del killer per finire l’avversario, che fino ad allora nella partita aveva l’85% di punti fatti con la prima, 34 aces (90 in 4 partite) e aveva ancora la voce break vergine da inizio torneo.
Questi due esempi danno la caratura di Fabbiano oggi. Tennista generoso, atleticamente valido, con mobilità, geometrie e timing ottimi, che gli consentono di sopperire alla carenza di centimetri, buonissimi fondamentali e capacità di eseguire o variare correttamente il game planning.
Ma la dote che ci è piaciuta di più di questa settimana è stata la capacità di soffrire in campo e di non darsi per vinto, tirando fuori nei momenti salienti di ciascun match coraggio, intelligenza e lucidità.
Il tennista tarantino alle soglie dei 24 anni entra per la prima volta nei 200 con il primo successo a livello challenger, scrollandosi di dosso le incertezze sul suo potenziale. Ora arriva il compito più difficile: confermare quanto di buono è stato espresso. Con molto della stagione davanti, con ancora tanti tornei sulla terra rossa, superficie sicuramente più naturale per le sue capacità tennistiche, siamo sicuri che i margini per altri miglioramenti siano abbondanti. La sicurezza con cui ha stravinto la finale su Guez, entrando in campo con la mentalità del vincente e con la giusta tensione, ci fa pensare che quanto visto possa essere ripetuto. Avanti così Thomas… i mezzi per far bene ci sono tutti.
Alessandro C.
Gianni Pagano
Daniele Sforza
TAG: Fabbiano, Fognini, Hawk Eye
3 commenti
bravo Fabbiano, e ora continua così!
suggerirei di cavalcare l’onda e curare al massimo l’aspetto fisico e la potenza…sotto con palestra, pesi, tapis roulant, cyclette..e un Perlas anche per lui!!!
Redazione mandategli questi suggerimenti di cuore!!
Forza Thomas!!
se Ferrer è esploso dopo i 24 anni, ce la fai pure tu!!
CLASSIFICA PUNTI OTTENUTI SULLA TERRA BATTUTA NELLE ULTIME 52 SETTIMANE ( calcolo tra i primi 19 al mondo ATP E.S. )
FOGNINIK NUMBER FOUR !!!
1) BABBO NADAL 6000
2) FERRER ROCHER 2260
3) WAWRINKA ZETA 1675
4) FOGNINIK 1545
5) AL MAGRO 1270
6) L’ISOLA DI TSONGA 1270
7) FEDE RE R 1230
8) GIOCO VIC 910
9) BERDICCHIO 910
10) HAAS FIDANKEN ! 890
) SIMON LE BON 505
) GASQUETTO PIATTI 460
) NISHIKORI ALL’INTER ! 450
) RAONICCHIO 370
) CILECCA 325
) C.F. : JANOWICZ 305
) MURRAY SAIWA 280
) FRONTE DEL POTRO LIVE 180
) TIPSARE VIC 245
fabbiano giocatore da cemento tutta la vita è un’incontrista eccezzionale che sfrutta la velocita’ di palla dell’ avversario ..cemento recanati insegna…