Romina Oprandi potrebbe abbandonare il tennis
Romina Oprandi potrebbe ritirarsi dall’attività agonistica.
La giocatrice italo-svizzera, non nuova al proposito di abbandonare il tennis, si è ritirata ieri nel primo turno del torneo di Wimbledon contro l’americana Riske per un problema alla spalla destra.
In conferenza stampa Romina Oprandi ha lasciato intendere che potrebbe smettere con il tennis proprio per quel problema alla spalla che da anni condiziona la sua carriera agonistica.
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Auguri grande Romina
@ campos (#881524)
Campos, magari a metterci un link da cui è tratto questo pezzo, non guasterebbe.
http://tennispsiche.blogspot.it/2009/10/romina-oprandi-laudace-volo-di-una.html
@Angie,
ti ringrazio per il riconoscimento “tratto bene la lingua italiana” (oh-yess. Me lo segno e faccio un poster: tale Angie di Livetennis mi ha detto così colà).
Scritto giovanile. Effettivamente enfatico, e che nemmeno mi piace. Anzi.
Ma è il frutto di considerazioni fatte da un suo tifoso, che ha assistito in diretta alla sue splendida cavalcata a Roma nel 2006. E poi alla caduta, ed una crisi da cui non si vedeva via d’uscita. Diciamo che non è il massimo avere quei gravi problemi fisici. E, in quel momento preciso, Romina vagava oltre la trecentesima posizione.
Per il resto, sono considerazioni di “miseria e caduta”, esclusivamente sportive. Se ci metti dentro considerazioni economiche, sulla famiglia benestante, citi “Senza famiglia” ed altro…dimostri di non aver capito assolutamente il senso. E non aver rispetto per i contenuti, soprattutto.
Essere cinici, sul dato sportivo, va bene. Volerlo fare per forza, in questi casi e con simili gravi infortuni, a mio avviso, non è cinismo: è semplice, becera, idiozia.
@ campos (#881524)
Si potrebbe definire la Oprandi come l’antitesi rispetto alla Giorgi?
@ campos (#881524)
Bellissima storia scritta con parole alate da chi la lingua italiana la conosce molto bene e, più di tutto, la rispetta.
Certo sembra che la povera Romina sia un personaggio tratto da “Senza Famiglia” o da “Le 2 Orfanelle”…
Per sua fortuna la famiglia di origine, oltre che Svizzera, è anche benestante…. E questa notiziola, magari, asciugherà il fiume di lacrime che ci stava inondando pensando al suo triste futuro.
A parte la battuta un po’ cinica, mi spiace molto per Romina, giocatrice atipica capace di colpi inusitati e di catalizzare l’attenzione di tanti appassionati di tennis, me compreso.
Spero che passi anche questa e torni al tennis in buona salute! 😉
seguo raramente il tennis femminile….ma le volte che in TV ho beccato romina oprandi…beh! non ho mai cambiato canale…grande braccio,grande tennis e si direbbe anche brava e simpatica ragazza. spero si riprenda.
La guardavi palleggiare durante il riscaldamento, cappellino al contrario calato in testa, pantaloncini e piercing sul labbro. E proprio non capivi cosa centrasse quella curiosa ragazzotta con il tennis. L’incontro cominciava, e la buffa e pesante sagoma bionda si tramutava in aggraziata e leggiadra tortorella volteggiante. Il campo diveniva un prato stracolmo si fiorellini delicati, che lei coglieva con dolcezza inebriante. Come per divertito miracolo degli dei, il grottesco elefantino d’improvviso prendeva a fluttuare come una piuma, leggera e leziosa, accarezzata e condotta da vento propizio. Il dipinto di un anacronistico mistero, inspiegabile agli occhi umani. Romina Oprandi, incurante di tutto, inscenava la sua opera burlesca, fatta di tagli, ricami e smorzate improvvise.
L’apice della sua storia da raccontare si ha nel 2006, durante gli Internazionali d’Italia di Roma. Non le ci volle molto per trascinare il pubblico del Foro, a tratti chiassoso e maleducato, ma competente e amante viscerale di personaggi curiosi e pieni di estro. Una partita via l’altra, la miseria di quattro games lasciati a Samantha Stosur, soltanto uno ad una impotente Vera Zvonareva. Divenne il piccolo fenomeno italiano, una giovinetta paffuta e dai nordici tratti del viso, gentile dono della svizzera tennistica, che non credendo in lei, la donò alla federazione italiana. Partendo dalle qualificazioni, un drop velenoso via l’altro, arriva ai quarti di finale, e l’allora ventenne Romina, proprio non vuole terminare la sua opera istrionica e burlesca, una variazione sul tema che sconfina quasi nell’irridente. Svetlana Kuznetsova, avversaria dei quarti, non riesce a capacitarsi, e neppure a prendere le misure a quella pulzelletta imprevedibile e incantatrice, guascona e impertinente. Una smorzata che ricade dolcemente morta dall’altra parte, piena di un candore inspiegabile e così atipico per un’impugnatura bimane. E poi lob chirurgici, volèe coraggiose e splendide, sorrisi genuini e rivoletti di ciccia. “Romina, Romina, tu mi piaci grassottina…”, vien da cantare, mutando nome e rubando il testo ad un quadro di Botero o una vecchia canzone.
Il pubblico impazzisce per la fanciulla irriverente, e Romina non solo se la gioca contro la fortissima picchiatrice russa, ma va ad un punto ed un centimetro dalla vittoria. Poi d’improvviso si trascina semovente e sofferente, coi cosciotti paffuti e bardati, quasi fosse un’eroina di guerra azzoppata o un giovane balenottero spiaggiato e smarrito. Lotta, stringe i denti, riacciuffa il tiebreak finale prima di arrendersi 7-6 al terzo. Esce comunque tra il tripudio di una gente in crisi d’astinenza da beniamini italiani, e che quasi non crede ai suoi occhi nell’averne trovato una così geniale e piena di talento. Poco male, una semifinale al foro italico sfiorata d’un soffio, ma il futuro è della giovane italo-svizzera, che a vent’anni raggiunge il numero 46 al mondo.
Ma come in tutte le favole c’è il cattivo in agguato, qualcosa che intralcia il meritato lieto fine. E l’ostacolo è travestito da subdoli infortuni in serie, braccio e spalla, fino ad arrivare al crack definitivo. Il suono macabro di ossa che stridono sinistri e carni che si lacerano, vicende che racconta con distacco, quasi quel corpo non fosse suo. Il tennis non è tutto, riferisce, come a voler mascherare l’odio per quel destino cinico e baro, che le aveva tolto tutto, senza averle mai dato tutto quello che meritava. Nessuno riesce a trovare un rimedio ad un infortunio così subdolo e definitivo. Persino Justine Henin, regina aristocratica del tennis mondiale, per molti algida e spocchiosa, a causa di una scarsa inclinazione ai siparietti finti e ruffiani di altre, è colpita dalla storia. Mette a disposizione della giovane Romina, i suoi medici personali. Niente da fare, proprio non si riesce a venirne a capo. Come in un malvagio sortilegio, che la colpisce con la sua stessa arma prediletta, la smorzata senza ritorno. Il braccio è bloccato, lo stesso braccio che pareva intarsiato nella madreperla. Le dita non riescono a muoversi, figuriamoci impugnare una racchetta. Tanto vale non pensarci più, pensare a guarire per condurre una vita regolare. Dice basta a soli 21 anni, parte, inizia una vita normale, lavora all’estero come animatrice turistica.
Poi il braccio migliora, e la tentazione di riprovarci è troppo forte. Riprende ad agosto dello scorso anno, partendo dal basso, assieme a ragazze che non hanno un mignolo della sua classe, e che la battono in modo impietoso. Sul campo c’è solo la sagoma menomata e ferita di quella tortorella giuliva e graziosa, simile ad un venticello brioso. Vince qualche partita, tra un ritiro e l’altro, senza mai rientrare nel tennis che conta.
Concludo con una riflessione profonda, su cosa la spinge da oltre un anno a viaggiare con lo zaino a tracolla, in tornei che devono sembrarle un vero purgatorio, e del quale non può vedere la fine. Forse perchè il tennis le piace ancora molto, e pazienza se può giocare al 30% (ad essere generosi) di come faceva da giovane ed integra promessa del tennis mondiale. Ha solo 23 anni, e non rimane che la speranza. Che magari recuperi ancora, prendendosi una rivalsa sulla cattiva sorte. Già rientrare tra le prime cento, sarebbe un piccolo miracolo di tenacia e tecnica, violentate dal destino. Questo è almeno quello che spera chi ama il bel tennis.
La scorsa settimana leggo i risultati del torneo itf di Glasgow, e il nome stridente della povera Romina, che rema costantemente attorno al numero 300, sconfitta nettamente al secondo turno. E scrivo le righe di cui sopra. Ho parecchie doti (nascoste), di certo non quelle di chiaroveggenza o lettura dei tarocchi. E ne ho fornito prove lampanti. E neppure posseggo il talento di riuscire a portare bene. Ma a distanza di qualche giorno, arriva una notizia che apre il cuore a quella speranziella che avevo chiamato, flebile ma significativa. Quasi invocata. Ad Ortisei, torneo itf che si gioca tra le ridenti dolomiti, all’ultimo istante decidono di concedere una wild card a Romina. E la tortorella ferita non si lascia pregare. Vince 7-6 al terzo contro Lucie Sefarova, tennista di livello mondiale. Poi si ripete contro l’altra azzurra emergente Floris, e la promettente Brianti, spazzate via in sicurezza leggera. Ora la semifinale. Qualcosa si muove insomma, nel magnifico mondo di Romina.
Pubblicato da Picasso a venerdì, ottobre 30, 2009
@ Umberto (#881397)
Scusami lei ha lasciato solo per un cert periodo perché pensava che con un braccio rotto non avrebbe più potuto giocare a tennis. E invece è tornata. La sua storia dovrebbe essere d’esempio. L’anno scorso si ruppe i legamenti, si operò e ora è 31esima.
Non facciamo tutti gli esperti. Perché a volte il lavoro c’entra poco , se il fisico non è predisposto.
Raccontaglielo tu mentre noi continuiamo a parlare di tennis
A parte che quelli che non ci vedono si scrivono con la “i”, più che ironico mi sembra di pessimo gusto 😐 😥
@ Carlov (#881294)
Mah io continuo a pensare che se si fosse allenata di più e avesse mangiato di meno avrebbe avuto una carriera con molti meno infortuni e molti più successi. E credo, dicendo questo, di non poter essere smentito.
Sfortunata col fisico l’Italo-Svizzera….
Con i vari infortuni e ritiri odierni c’è però la conferma che il tennis attuale – molto basato sulla potenza – usura parecchio.
La preparazione atletica sta diventando fondamentale….a patto di trovare un preparatore veramente bravo…altrimenti ti aiuta a romperti più in fretta.
Sulla preparazione atletica della Oprandi credo che, al di là della sfortuna, ci sarebbe parecchio da scrivere.
@ fst (#881303)
raccontiamolo ai cechi(non della Repubblica ma nella vita) che c’è gente che va a VEDERE le partite e che ci paga pure per farlo.
(ATTENZIONE post ironico, maneggiare con cura)
ma che discorsi sono??qui si parla di tennis.mah!! 😯
@ fst (#881303)
Vai… qui: http://disoccupazione.freeforumzone.leonardo.it/
Populista… 😉
raccontiamolo a chi lavora in miniera o ancora peggio a chi non ha lavoro
sentiamo cosa ne pensano che la oprandi per un problema alla spalla destra rimane disoccupata dopo avere vinto un milione e cento mila dollari per colpire una pallina
@ Umberto (#881277)
Forse tu proprio non hai presente gli infortuni patiti dalla Oprandi,vero?Sai che si è rotta l’anno successivo l’avambraccio e per quel motivo si è ritirata e si è messa a fare l’animatrice. No dico. IL braccio! Sai, quello che ogni tanto i tennisti usano!
giocatrice di grande talento.
proprio ora che aveva raggiunto un buon ranking.
speriamo ce la faccia
Io credo che se veramente avesse fatto vita da atleta non avrebbe avuto tutti i problemi fisici che ha avuto… Fino a pochi mesi fa si portava appresso 20 kg di ciccia… Secondo me il problema non sta nel fisico ma nella testa: manca la professionalità. Chi al suo posto, giovane, talentuosa e fresca quartofinalista a Roma, sarebbe andato a fare l’animatore in Egitto? Saranno contenti gli svizzeri che ci hanno investito qualche soldo negli ultimi anni. Peccato perchè con un’altra testa il talento sarebbe stato da prime dieci.
anche se per me le sue scelte sono state alquanto discutibili….spero che risolva il problema e continui a giocare!