Giuseppe Menga: “Mi piace portare la mia esperienza e cercare di trasmettere ciò che ho imparato, se serve mostrando anche gli errori commessi”
Mentre Laurynas Grigelis tira le somme al termine di una trasferta asiatica al di sotto delle aspettative, a mettersi in evidenza è il suo coach Beppe Menga, che proprio non ne vuole sapere di dire basta con l’attività agonistica.
Compirà 37 anni il prossimo lunedì, ma nelle graduatorie nazionali è ancora classificato 2.1 (ranking massimo per coloro che giocano esclusivamente tornei Open) e, grazie a un brillante tennis mancino, sul match secco può ancora dare del filo da torcere a tanti. Lo sanno bene Marco Pedrini e Mauro Bosio, recentemente battuti nelle fasi finali del torneo Open di Romano di Lombardia (provincia di Bergamo), ultima conquista del sempreverde Menga, un giocatore dalla storia particolare. Ha abbandonato l’attività internazionale a fine 2006 (anno del suo best ranking, alla posizione numero 432), ma ha continuato a migliorarsi anche successivamente, tanto da cogliere alcuni dei suoi risultati più importanti nelle rare apparizioni nel circuito avvenute dopo l’addio. “Il tutto – ammette il cremonese – è dovuto alla maggiore serenità che si ha dopo aver detto basta. Non c’è più nulla da dimostrare, non c’è una lotta quotidiana con la classifica, e si può scendere in campo più rilassati. Io, specialmente sulla terra battuta, gioco meglio. E poi va detto che non ho mai abbandonato la racchetta e ho sempre cercato di tenermi in forma, andando a correre e allenandomi in palestra. Una buona condizione atletica serve per vivere meglio”.
Il segreto di Menga, oltre a una condizione fisica da ragazzino, è l’infinita passione per il tennis. “Quella che mi ha sempre spinto a dare il massimo, e ora mi permette di stare volentieri nell’ambiente e rimanere in campo con i miei ragazzi anche per dieci ore al giorno. Mi piace portare la mia esperienza e cercare di trasmettere ciò che ho imparato, se serve mostrando anche gli errori commessi. Inoltre, mi piacerebbe trasmettere la mia umiltà, quella di uno che è partito dal nulla e ha sempre provato a dare il tutto per tutto, girando il mondo per arrivare più in alto possibile”. Da parte sua, però, anche un appunto critico all’amato ambiente, reo di essere poco collaborativo. “Ho provato a instaurare dei rapporti con numerosi club, ma in tanti mi hanno voltato le spalle. In questo il tennis è un ambiente lavorativo come un altro: ognuno guarda ai propri interessi e c’è tanta concorrenza, mentre un po’ di collaborazione in più farebbe comodo a tutti”. Tornando al tennis giocato, a ottobre Menga sarà di nuovo in campo per disputare il campionato di Serie A1 col Tc Crema, club di cui è da anni un autentico trascinatore. “L’obiettivo è la salvezza, e abbiamo una squadra attrezzata per farcela. Io punto a giocare un bel campionato, voglio arrivarci al cento per cento”.
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4 commenti
….non importa ….nella vita a tutti ci è capitato di molto peggio 😉
@ mac (#871636)
me dispiace……………
e tu? chi sei se non lo sai?
ma chi e’?