Hawk Eye – il tennis a 360 gradi (speciale Race Challenger). Spotlight su Alex Bogomolov Jr
Dopo aver dato uno sguardo nella scorsa settimana alle posizioni dalla 20 alla 11 della Race del circuito Challenger, proseguiamo con la classifica delle prime dieci.
10 PAUL CAPDEVILLE (P.224) – Non sarà un tennista appariscente ma se si guarda ai risultati si scopre che la regolarità è sempre stata una qualità del tennista del cileno. Anche per il 2013 pochi buoni tornei (7 totali) gli hanno garantito una posizione di tutto rispetto nella race, con prospettive di crescita e di ingresso nei migliori 8 per il masterino di fine anno. Ciò se si guarda alle tantissime opportunità che la terra rossa gli offrirà fino a novembre. Per ora ricordiamo che Paul ha raggiunto la SF a Bucaramanga, la F di Pereira e ha vinto il torneo di San Paulo. Nel ranking è 159mo, con pochi scostamenti tra la 166ma posizione di inizio anno e la 145ma.
9 FEDERICO DELBONIS (P.230) – Il golden boy del tennis argentino è là, ad un passo da un’esplosione che tarda ad arrivare… Eppure i risultati dicono che quest’anno abbia le carte in regola per lasciare definitivamente il mondo dei challenger. La potenza non gli ha mai difettato, sia alle altitudini colombiane (dove ha vinto a Pereira), sia a livello del mare (successo sempre in Colombia a Barranquilla). Nel corso della stagione SF importante a Roma (sconfitto da Bedene dopo essere stato a un passo dalla vittoria) e numerosi tornei maggiori ATP, con miglior risultato il quarto di Buenos Aires. Nel 2013 ad aprile ha ritoccato il best ranking (n.98), entrando per la prima volta nei 100. Naviga tra la 100ma e la 125ma posizione.
8 JOHN MILLMAN (P.231) – Un pirotecnico inizio 2013 (vittorie a Burnie e Kyoto), e finalmente una stagione senza guai fisici, aveva lasciato intendere, che per il tennista australiano poteva essere l’anno di svolta per affermare le ottime qualità di gioco. In primavera però abbiamo dovuto registrare una flessione. La terra non lo favorisce, per questo aspettiamo il quasi 24enne di Brisbane alle prove sull’erba, superficie che per attitudine potrebbe elevarlo nei 100, e sul cemento con la stagione open americana. Unico dubbio il fatto che il picco di miglior condizione lo abbia avuto in coincidenza dell’estate australe. Il quesito è se sarà in grado di ritrovare la buona forma nel periodo “caldo” del tour mondiale (tra giugno e settembre). Speriamo possa partecipare ai tornei sull’erba in quanto per il momento l’australiano è fermo ai box a causa di un problema alla schiena che lo ha portato a saltare anche il Roland Garros.
7 LUCAS LACKO (P.235) – I 235 punti di Lukas Lacko meritano un approfondimento, tanto che la 7ma posizione nella race è fuorviante. Quest’anno i punti ottenuti nei 5 tornei disputati nel circuito challenger sono appena 70, frutto del 2° turno dell’open di Dallas, dei Q di Le Gosier e della SF di Johannesburg. Per il resto due brutte sconfitte al primo turno e in generale controprestazioni sconcertanti nei tornei in cui è stato presente. Ecco quindi che ben 165 punti sono in dote al tennista slovacco dall’anno scorso, dove vinse a Helsinki (125p.) e arrivò in SF a Bratislava (40p.). Di Lacko, non convince la deficitaria condizione fisica e la scelta di puntare ai maggiori tornei challenger senza la giusta convinzione.
6 JAN-LENNARD STRUFF (P.237)
– Il tedesco è un tennista da osservare con estrema attenzione. Forte sulla terra e nelle superfici indoor è ancora un’incognita sul cemento all’aperto e sull’erba. Ai livelli challenger è certamente competitivo; per il circuito maggiore andrà verificata la sua capacità di miglioramento. Come per Lacko la sua classifica si regge sui risultati della fine del 2012. Nel 2013 i punti sono soltanto 144, accumulati con le finali di Heilbronn (55p) e Bergamo (65p), più altri 24 punti, raccolti in altri 3 tornei. Destinati ad uscire nei prossimi mesi i 93 punti dei tornei 2012 della SF di Helsinki (45p) e della F di Loughborough (48p). Da rimarcare il parziale di sole sconfitte (0-6) nelle finali challenger giocate.
5 DUDI SELA (P.259) – La stagione challenger fino ad ora è stata un serbatoio sicuro di punti. Se si escludono due tornei irrilevanti e senza punti guadagnati, nei restanti 5 l’israeliano si è distinto con 1 quarto (Le Gosier), 3 SF (Quimper, Leon e Mexico City) e 1 successo a Busan prima della pausa. In totale, nel 2013, somma la bellezza di 219 punti. Pochi altri possono vantare la continuità di risultati di Sela. Con Mannarino e Bogomolov divide le maggiori potenzialità di continuare a fare incetta di punti nel circuito. La forma eccellente potrebbe riportarlo presto ai tornei del circuito maggiore. Segnaliamo l’attuale n.89 e la tendenza alla scalata del ranking, se ricordiamo il n.109 di fine 2012.
4 ROGERIO DUTRA SILVA (P.262) – Per Rogerinho l’ingresso nei 100 e il best ranking al n. 84 sono il miglior risultato ottenuto in carriera. Entrambi si sono verificati nel 2013, dopo anni trascorsi a rincorrere questo obiettivo. La splendida stagione, in termini di punteggio, è tutta costruita sui risultati 2013: ben 247 punti sono stati conquistati dall’inizio dell’anno. 2 finali, a San Paulo sul cemento (100p) e a Santos sulla terra (48p), oltre la vittoria a Itajai (80p) sono il prodotto della prima fase di annata. Per un tennista che ha speso la propria vita sportiva nel circuito challenger vi è la prospettiva concreta di incrementare il parziale con i tornei sulla terra sudamericana. In aggiunta, il premio ottenuto – con merito per la serietà e l”impegno – di competere a 29 anni suonati nel circuito maggiore con i big del tennis .
3 MICHAL PRZYSIEZNY (P.293) – Si potrà dire che il terzo posto nella race è stato raggiunto sottotraccia, senza eclatanti botti. Ma i risultati affermano, con i 213 punti nel solo 2013, che il tennista polacco è stato protagonista. La vittoria a Bergamo, la finale a Johannesburg e la SF di Mexico City sono le punte di una stagione positiva. I tre tornei citati hanno consentito di guadagnare 184 punti. I tornei giocati sono nella media e con i tornei indoor di fine stagione, cresceranno le opportunità per incrementare e puntellare la classifica fino all’obiettivo del piccolo master. L’età e le ambizioni non dovrebbero portare oltre la realistica centesima posizione. Attualmente al n.133, dal n.208 di inizio anno.
2 ALEX BOGOMOLOV JR. (P.307) – Al 30 marzo la classifica di Alex Bogomolov era alquanto deludente; due tornei challenger giocati con appena 15p raccolti e una serie di primi turni e qualificazioni non superate nel circuito ATP. Dalla prima settimana di aprile il cambio di marcia è stato perentorio: quarti a Leon, vittoria a Guadalajara e Kun Ming finale a Busan per complessivi 285p. L’unica parentesi negativa per lui, l’indigeribile terra verde del sud degli Stati Uniti. Forte di un momento di forma eccellente il tennista russo guarda avanti con fiducia all’arrivo delle superfici veloci. Quanto costruito nel circuito challenger è destinato a restare una parentesi per le opportunità che il circuito ATP gli offrirà. La crescita dal n.132 al n.85 dice quanto le aspirazioni al circuito maggiore siano ampiamente fondate
1 ADRIAN MANNARINO (P.348) – Sinora è stata la grande annata di Adrian Mannarino. La forza dei numeri parla chiaro e senza possibilità di smentita: 309p conquistati dalla prima settimana di gennaio; vittorie e piazzamenti in più della metà dei tornei in cui ha partecipato. Successi sul cemento open e indoor (Noumea e Sarajevo); finale e semifinale in altura a Mexico City e Guadalajara, ancora sul cemento; quarti sulla terra a Roma Garden e Napoli. In media 3 piazzamenti dai quarti in su ogni 5 tornei. Continuità e sicurezza sono le frecce all’arco del tennista francese. Le ottime prestazioni su ciascuna superficie testimoniano la crescita in fatto di personalità. Si avvia alla maturità tennistica con rinnovate convinzioni. Precipitato al n.192 del ranking si è issato fino al n.110. E probabilmente non sarà il picco….
Hawk Eye: Spotlight
Alex Bogomolov Jr (Mosca,23 aprile 1983)
Questa settimana, come già anticipato, ci occupiamo del numero 2 della race dei tornei Challenger. Bogomolov è figlio dell’omonimo padre, ex allenatore di tennis di giocatori come Kafelnikov e Medvedev, questo è stato il motivo che lo ha portato a iniziare una carriera tennistica, come accade per molti tennisti. Nonostante la nascita a Mosca, Bogomolov Sr insieme alla famiglia decide di spostarsi in Florida per trovare un impiego migliore, fallito questo tentativo Sr Bogomolov decide di tornare in Russia lasciando la famiglia e quindi il piccolo Alex in America, facendolo seguire dalla Usta che sarà fondamentale per la sua crescita tennistica. Dopo la vittoria a 15 anni dei campionati americani e il passaggio ai Pro, Bogomolov ha dovuto affrontare situazioni difficili (prima il divorzio con la tennista Harkleroad, poi la squalifica per doping, causata da un medicinale contro l’asma e infine l’infortunio gravissimo ai legamenti del polso che lo ha costretto a restare lontano dal campo per 6 mesi). Questo infortunio, avvenuto durante la finale di Busan del 2008, in cui il russo si ritirò sotto nel punteggio per 61 20, ha portato diversi cambiamenti nella vita di Bogomolov. Il tennista infatti a causa di questo infortunio non poteva più utilizzare il rovescio a due mani e imparare il rovescio a una mano a 27 anni era per lui ridicolo. In contemporanea si è aggiunta la nascita del figlio, Maddox, dal nuovo matrimonio con Luana. A questo punto Bogomolov, seguendo la scia del padre, intraprende una carriera da allenatore di tennis, interrotta per continuare la carriera tennistica e per dimostrare al figlio come il duro lavoro ripaghi. Il 2011 è l anno della svolta. Nel torneo di Indian Wells batte Andy Murray e rientra nei top 100, dopo la permanenza nei primi anni della carriera(2004). Tanti buoni risultati, tra cui la semifinale a Los Angeles, finalmente l’entrata nei 50 culminata dal best ranking al numero 33 del ranking mondiale e infine il passaggio, dopo un incontro con il padre successivo ai tornei di San Pietroburgo e Mosca, alla nazionalità russa. Poi un 2012 negativo con l’uscita dai 100 e infine, come annunciato precedentemente, il ritorno nei top 100 nel 2013. Nonostante la crescita in America, Bogomolov riprende lo stile di gioco russo, con un ottimo gioco da fondocampo e un ottimo servizio e di conseguenza si adatta soprattutto alle superfici veloci.
Alessandro C.
Daniele Sforza
TAG: Alex Bogomolov Jr, Bogomolov, Hawk Eye
3 commenti
Bella la storia di Bogomolov Jr…. 😉 😉
Bravo Daniele
……la ripresa di Bogomolov è dovuta molto al suo nuovo coach lo Spagnolo Alberto Gandarias,bene!!!!
non conoscevo la storia di bogomolov…