Speciale Hawk Eye: Ripercorriamo il successo di Rafael Nadal a Madrid e gli spunti più interessanti della manifestazione spagnola
La settimana appena trascorsa permette di fare un primo bilancio stagionale. Per la prima volta da quando ha conquistato il suo primo slam, Federer non figura tra i primi 8 della race e la corsa per Londra sembra davvero tutta in salita. Il campione svizzero, tornato alle gare dopo due mesi, era sicuramente uno dei protagonisti più attesi nel torneo master 1000 di Madrid (unico appuntamento del circuito maggiore in questa settimana) di cui era il campione uscente. Dopo un esordio sul velluto contro il ceco Stepanek, giocatore di talento ma senza la potenza necessaria per impensierire i top player da fondo, Federer ha affrontato il giapponese Nishikori, una delle tante promesse del circuito, al terzo turno. In un incontro davvero strano, si è imposto il nipponico in tre set lasciando seri dubbi sulle attuali condizioni del campione elvetico apparso troppo discontinuo e legato alla sua tattica per l’intera durata dell’incontro.
Dopo un risultato non esaltante ma comunque preventivabile, data la lunga pausa di due mesi, è giusto chiedersi se sia arrivata per Federer la stagione del declino o se debba effettuare cambiamenti profondi nel suo gioco. A mio parere è ancora troppo presto per dare un giudizio sulla stagione di Federer dato che i tornei da lui preferiti devono ancora arrivare e dato che Madrid tra i master 1000 sul rosso è forse il meno adatto per un ritorno sul circuito; inoltre è giusto osservare che Federer non può essere competitivo per tutta la stagione e che si pone come obiettivo la conquista dei tornei prestigiosi più adatti alle sue caratteristiche, dunque può incappare in qualche sconfitta in più rispetto al passato. Questo quadro generale non deve però indurre a pensare che il tennis di Federer necessiti di profonde modifiche e che non sia efficace sulla terra, dato che soprattutto al Roland Garros le condizioni di gioco lo favoriscono rispetto ad altri campi su terra rossa.
Tornando al Master 1000 di Madrid, a laurearsi campione è stato Rafael Nadal, onorando il ruolo di favorito principale del torneo dopo la prematura eliminazione di Djokovic. Per Nadal si tratta della ventitreesima affermazione in un torneo master 1000, un vero e proprio record, considerando che Federer segue a quota 21 e il terzo di questa speciale classifica è Andrè Agassi a quota 17, molto staccato dal campione spagnolo. Soddisfatto della qualità della superficie, di cui si era lamentato nella scorsa edizione, ma non al top della sua forma, Nadal ha dovuto faticare di fatto solo con Ferrer nei quarti rimontando al terzo lo svantaggio di un set; è difficile stabilire il limite tra le colpe di Ferrer e i meriti di Nadal, tuttavia bisogna riconoscere che ancora una volta Ferrer ha subito il carisma del suo connazionale non sapendo capitalizzare la sua supremazia nei primi due set.
Il protagonista della settimana è stato senza dubbio Stanislas Wawrinka che ha continuato fino alla finale la sua striscia vincente iniziata in occasione del torneo dell’Estoril. Apparso nella sua forma migliore e con una ritrovata voglia di sacrificarsi e lottare, lo svizzero è piombato al sesto posto nella race, pronto a tornare a pieno titolo nel tennis che conta. Il talentuoso svizzero ha superato nella sua corsa alla finale giocatori del calibro di Dimitrov, di cui parleremo dopo, Berdych e Tsonga. Sul rosso europeo lo svizzero ha conquistato meno punti solo di Nadal e Djokovic, è inevitabile dunque tenerlo d’occhio in vista dei prossimi tornei.
La partita più bella ed entusiasmante della settimana è stato il match di secondo turno tra Djokovic e Dimitrov. Dopo averci provato per ben 4 volte nel corso della stagione, finalmente il talento bulgaro è riuscito a battere uno dei Fab Four, giocando ancora una volta un incontro davvero straordinario in cui ha messo in mostra un bagaglio tecnico per nulla inferiore a quello del suo avversario. Dopo l’intervento del fisioterapista per curare la caviglia di Djokovic, i crampi di Dimitrov e più di tre ore di tennis di alto livello, il bulgaro ha chiuso, superando a sorpresa la delusione per non aver vinto in due set. Il torneo del bulgaro è poi terminato per mano di Wawrinka, autore di una grande partita contro il bulgaro, suo compagno di allenamento. Gli esami per Dimitrov non finiscono qua, deve ora dimostrare contro i giocatori che occupano posizioni di classifica a lui vicine di essere progredito e deve con continuità battere tali avversari se vuole raggiungere la top ten entro questa stagione.
Alessandro C.
Gianni Pagano
Daniele Sforza
Andrea Giuseppe Rossi
TAG: Hawk Eye, Masters 1000 Madrid, Masters 1000 Madrid 2013
2 commenti
Buona analisi! Bravoooo
Torneo ricco di sorprese… bravo wawrinka ha merito di tornare tra i 10