Una lezione per Crescere (sul match Tomic vs Federer) di Marco Mazzoni

Roger Federer classe 1981, n.2 del mondo

Che spettacolo hanno regalato Roger e Bernard! Il match da poco concluso è stato un’orgia di piacere tennistico per chi ama il Tennis con la T maiuscola. Tre set intensi, molto ben giocati, con il numero degli winner che ha ampiamente doppiato quello degli errori, grazie a due giocatori di talento che hanno messo in campo il loro meglio cercando sempre il punto con soluzioni diverse, e mai buttandola sulla rissa agonistica come ormai quasi sempre accade nei nostri bassi tempi.

A metter pepe alla sfida c’aveva pensato anche il buon Tomic già alla vigilia del torneo. Per chi non lo sapesse, ecco i fatti. Appena uscì il tabellone degli Aussie Open la prima curiosità era ovviamente vedere dove sarebbe stato collocato Murray, se dalla parte di Roger o di Novak; poi vedendo via via gli accoppiamenti possibili…boom! Ecco che l’occhio cade e si ferma nello spot più basso, quello dello svizzero: terzo turno contro Tomic. A rincarare la dose ci pensa proprio lo sbruffone australiano, che tuona “Terzo turno contro Federer? Forse, se lui ci arriva…”. Apriti cielo!?! Giornali e media di tutto il mondo riportano in modo impietoso la sparata di Bernard, anche se Roger con la solita classe evita di rispondere al giovane canguro, aspettandolo in campo… Ci si aspettava che Federer se la fosse legata al dito, e così è stato. Lo si notava soprattutto nel terzo set, quando avanti 4-1 a match ormai terminato, la tv ha inquadrato una smorfia dello svizzero su di una palla break non trasformata, di fatto ininfluente ai fini della vittoria ma che l’ha infastidito perché voleva fortemente dargli una “lezione”. Con classe, ma dargliela.

A dire il vero il match è stato tutt’altro che scontato per i primi due set, in cui Tomic ha risposto davvero in modo notevole alle meraviglie balistiche del campionissimo. Un break subito e Roger vola via nel primo set, mentre nel secondo si arriva al tiebreak, perché Roger non è riuscito a sfruttare nessuna delle varie palle break conquistate. Palle break quasi sempre ben annullate da Tomic, che ha servito bene, preso l’iniziativa e mischiato le carte in tavola rispondendo con classe e qualità al tennis davvero stellare di Roger. O meglio di entrambi, perché il giovane australiano ha contribuito con il suo gioco a regalare al pubblico un grande match, in prime time al sabato sera, proprio nel paese al mondo con il più alto tasso di amore per il tennis!

Quello che personalmente mi ha entusiasmato del match è stata la capacità dei due attori di giocare davvero a tennis, nel senso pieno del nostro bellissimo sport. Non una violenta rissa agonistica, una maratona infinita di palle e contropalle a far sbagliare l’avversario tra due atleti quasi disumani per forza e costanza, come nella tanto celebrata finale di questo torneo l’anno scorso; ma un tennis tecnicamente alto, giocato benissimo, sfruttando totalmente il campo anche in quelle zone ormai dimenticate dalla stragrande maggioranza dei tennisti.

E’ stata un’escalation di accelerazioni, cambi di ritmo, colpi angolati improvvisi o lungolinea misteriosi uscendo in anticipo assoluto da serrati scambi in diagonale. Attacchi in controtempo, volee sapienti di tocco o fiaccanti a chiudere, smorzate e anche risposte vincenti in anticipo, roba praticamente demodé, purtroppo, per lo spettacolo. Spettacolo che invece è stato splendido, e ripeto grazie a tutti e due i giocatori, perché se Federer ha giocato da Federer, prendendo per quanto scritto sopra questo match come una finale, anche Tomic ha fatto intravedere grandi qualità, come colpitore e produttore di gioco; meno in difesa, anche se è riuscito spesso a cavarsela anche in situazioni delicate. Per il resto del torneo, vedremo se Roger sarà in grado di tenere questo livello anche nei prossimi match, già contro Raonic (e non sarà una passeggiata); ma soprattutto in una ipotetica semifinale contro Murray, che lo costringerà a corse assassine e contro cui non sarà così facile chiudere il punto con contropiedi e alla prima violenta accelerazione.

Tomic dovrà far tesoro di questo match, sotto tutti i punti di vista. Intanto cercando anche di tenere un po’ più la bocca chiusa, perché ok esser sicuri di se stessi, però esagerare così non è mai produttivo; ma dal lato tecnico e agonistico ha avuto ampie conferme di essere cresciuto, e di potersi confrontare con le proprie solide armi anche contro i big. Restano tuttavia diverse incognite su di lui: sulla mobilità, perché l’uscita dal colpo è ancora troppo lenta per i ritmi di gioco attuali, e sulla terra temo non sarà mai un vero competitor; sulla capacità di tenere così alta la motivazione e concentrazione anche contro un n.50 qualsiasi; e anche sul piano tecnico, perché sul circuito in un torneo qualsiasi troverà fior di agonisti che gli proporranno un tennis assai più scandente e molto più sporco, contro il quale sarà assai più difficile per lui appoggiarsi così bene sulla palla, come invece ha dimostrato di saper fare sulle saette veloci ma piatte di Roger.

Il dritto inoltre è meno “ballerino”, ma l’apertura un po’ ampia lo penalizza; personalmente non la cambierei perché si vede che è una esecuzione molto naturale, anche se personale, semmai dovrebbe lavorare per anticiparla quel tanto da rendere più veloce la ricerca della palla. Sul lato sinistro è già un fattore, non sbaglia mai e trova angoli con grande precisione. Chissà se Tomic prenderà questa buona prestazione più come una vittoria o come una cocente sconfitta. Intanto ci ha fatto divertire, tanto, regalandoci il primo vero grande spettacolo del 2013.

Marco Mazzoni