Uno Sventaglio di Tennis: La versione di Tommy Haas
Numero 29- 24 Luglio 2012
La storia del tennis spesso si limita ad osservare il campione che macina slam dopo slam, il condottiero che accompagna la sua nazione a vincere la Davis, il record che viene battuto, chi è più forte di quell’altro e tanti altri aspetti legati ad un filo statistico oltreche sportivo.
Siparla poco dei secondi, degli sfortunati e di chi pur dotato di grandissimo talento non è riuscito a raccogliere quello che hanno raccolto altri meno chiacchierati e, forse, più incisivi.
Tutte queste tre caratteristiche si fondono in un solo tennista: Tommy Haas.
Nella sua carriera ha sempre sfiorato e mai raggiunto la vetta. Numero 2 del mondo nel lontano Maggio del 2002 dietro a Hewitt, medaglia d’argento a Sydney 2000 (sconfitto in 5 set da Kafelnikov) e quattro semifinali del Grande Slam.
Qualcuno potrebbe lasciarsi ad un commento riduttivo sul tedesco affidandosi ai freddi numeri della storia, ma occorre raccontare tutta “la versione di Haas” senza lasciare nessun particolare.
Nel lontano 2002 Federer non aveva ancora vinto il suo primo Slam, Nadal, Djokovic e Murray erano nella categoria Junior e Tommy Haas aveva la sua occasione d’oro: puntare al numero 1 o a vincere uno dei 4 più importanti tornei del mondo (con il Master Series di Stoccarda e una medaglia d’argento già in bacheca), la concorrenza di allora si poteva battere. Ma subito dopo il suo best ranking cede la spalla: due operazioni, una dietro l’altra, lo costringono a rientrare dopo un anno e mezzo.
Dal 2004 al 2006 riesce a portare a casa 5 tornei e altrettanti infortuni meno importanti a caviglie e polso. Alterna settimane di grande tennis ad altre di fisioterapia e recupero, sembra che il Tommy Haas visto prima delle due operazioni sia solo un ricordo.
Nel 2007 avviene un’altra piccola svolta con la terza semifinale agli Australian Open, la vittoria di un altro torneo del circuito a Febbraio e il quarto di finale degli US Open: riesce a mantenere latop 10 per buona parte dell’anno. Batte Davydenko, Roddick, Nalbandian, Blake e Gonzalez e mentre è in corsa per qualificarsi alla sua prima Masters Cup, la spalla fa di nuovo crack. Altra operazione.
Anche questa volta per il rientro ci vuole più di un anno, ma il tedesco dimostra di non essere sui campi per prendere pallate dai più giovani: rischia di fare uno scherzo a Federer nello storico ottavo del Roland Garros 2009, vince Halle battendo Djokovic in finale (cheverrà nuovamente sconfitto due settimane dopo a Londra) e centra la sua prima semifinale a Wimbledon chiudendo l’anno nella top 20.
L’ennesima scalata potrebbe meritare un anno di tranquillità e magari qualche altra prestazione di rilievo, ma l’inizio del 2010 può dare lo stop definitivo alla carriera del tedesco. Anche questa volta l’infortunio è grave e ad essere operata sarà l’anca. A 32 anni tutti pensano alla stessa cosa: questa volta sarà ritiro, ma alla prima conferenza stampa Haas promette di ritornare forte e competitivo.
Dopo 15 mesi ritorna in campo collezionando solo un terzo turno agli US Open ed un quarto di finale a Vienna, ormai l’ombra del ritiro edell’ex-giocatore sono sempre più presenti e il computer dell’ATP lo posiziona fuori dai primi 200 del mondo a fine 2011 con i 34 anni alle porte. Troppi nel tennis tutto potenza della generazione Nadal-Djokovic. Troppo per un tennista come lui con talento e articolazioni di cristallo.
Nel 2012 parte in punta di piedi facendo qualche discreto risultato fino al Roland Garros: perde da Gasquet al terzo turno, ma a sorprenderesono i 6 match consecutivi giocati partendo dalle qualificazioni e un tennis che ricorda sprazzi del vecchio Tommy.
Sull’erba di casa (ancora una volta Halle) avviene quello che nessuno si aspettava: Tomic, Granollers, Berdych, Kohlschreiber e Roger Federer battuti nella stessa settimana. 13esimo titolo in carriera e ritorno nei primi 50 dopo 2 anni. A Wimbledon paga un sorteggio sfortunato e nella sua Amburgo (ATP 500) mette un bel sigillo sul suo ritornodefinitivo giocando un gran torneo che lo porta fino alla finale (qui batte Cilic, F. Mayer e Simon).
A 34anni Tommy Haas, con la discrezione che lo ha sempre accompagnato, mette tutti in silenzio servendosi del suo solo talento. Mai una parola di troppo, sempre pronto a rialzarsi con l’unico obiettivo di giocare quell tennis spettacolare che in pochi possono permettersi di esprimere.
Ad Amburgo c’è stato tutto il repertorio: servizio, cross di dritto,palle corte illeggibili e quel rovescio accademico, stilisticamente perfetto (una risposta agli estimatori del rovescio di Almagro, buono ma innaturale).
Dopo Halle ed Amburgo, ad Haas interessa poco della sua ingiusta esclusione a Londra 2012, è già con la testa agli Stati Uniti (dove è cresciuto tennisticamente con Bollettieri) a preparare la stagione che porterà agli US Open dove potrebbe essere una probabile testa diserie.
No, non è affatto un perdente. Lui ha già vinto.
Alla prossima,
Andrea Martina (Andrea24h)
TAG: Haas, Tommy Haas, Uno sventaglio di tennis
Ho visto la partita vinta qualche settimana fa contro l’immenso
Federer nella finale di Halle, in sintesi una sola parola: SENSAZIONALE
Vai Tommy la top ten ti attende di diritto a 34 anni!!!!!
Ottimo articolo immenso giocatore……..
Signori… giù il cappello, questo è un GRANDISSIMO CAMPIONE!!!
E dopo Federer ha il gioco più bello del circuito.
GRANDISSIMO!
grande tommy
Bellissimo articolo. Io definisco perdente il giocatore che nei momenti importanti, a qualsiasi livello, si scioglie. Colui che si fa passare le occasioni sotto il naso, senza coglierle. E non è certamente questo il caso di Haas, che negli slam ha fatto ottimi risultati spesso vincendo partite molto tirate (ricordo ad es quella con Davydenko nei quarti degli Australian Open 2002). Poi chissà cosa sarebbe successo senza tutti quegli infortuni, probabilmente allo slam ci sarebbe arrivato. Resta cmq un grande esempio di abnegazione e talento. Nessuno avrebbe scommesso su questa rinascita a 34 anni e dopo diecimila infortuni! I suoi match sono sempre spettacolari e spero possa deliziarci ancora per un pò
Sempre stato uno dei miei preferiti Tommy Haas,ricordo da quindicenne nel 2002 l’anno della sorpresa Johansson all’Australian Open,
dell’ultimo Us Open di “Pistol Pete” Sampras tra l’altro contro “Mister Risposta” Agassi,i vari Kafelnikov,Moya,i giovani Ferrero,Roddick,Safin,Hewitt,Re(ante-litteram)Federer,la finale già scritta di Wimbledon tra Lleyton e la Nalba,grande sorpresa del torneo..cose di un decennio fa(Amarcord).
Un perfetto esempio di sintesi di Classe ed Impegno quotidiano.
Forse l’unico che possa venire accostato, rivaleggiando sotto molti aspetti sportivi ed umani, al grande Roger.
caro Thor..quanti tennisti sognano soltanto un quarto di finale in un atp 250 ? Tommy Haas ha guadagnato una montagna di soldi e ottenuto ottimi risultati.. altro che perdente ..
A Parigi Volandri ci ha perso in 5 set.. allora c’e’ tempo anche per il buon Filippo di ottenere altri grandi risultati !
Dove sono i profeti dell’età??
Vamos Tommy … un grande
Giocatore meraviglioso. Uno dei pochi rimasti in circolazione…
“Failure is not fatal, success is not final. Is the courage to continue which counts”.
W Churchill